Onda crede nel valore terapeutico della scrittura e per questo nel 2017 ha offerto l’opportunità a chi vive, sotto profili diversi, all’interno di una RSA con i Bollini RosaArgento, di scrivere la propria storia.
Il Concorso letterario “Dai voce alla tua storia” ha avuto infatti l’obiettivo di dare risalto all’esperienza di chi lavora, assiste o è ospite presso una RSA e raccogliere le emozioni e il vissuto degli operatori sanitari, dei caregiver e degli ospiti presenti in struttura, in relazione alla vita in una RSA. Molti ospiti e parenti, oltre a membri del personale sanitario, hanno voluto esprimere le proprie emozioni e il proprio vissuto.
I 3 scritti ritenuti più rappresentativi sono stati premiati il 5 febbraio 2018 a Roma presso la Camera dei Deputati, ed è seguita una seconda edizione del concorso nel 2018.
Nel nuovo blog del sito Bollini RosaArgento potrete leggere alcune delle testimonianze raccolte nei due libri usciti a chiusura del concorso.
Immagino vi siano molti modi per approdare ad un ricovero. Approdare. Scelgo con determinazione questo vocabolo marinaro che dice l’esito d’un tragitto spesso periglioso. Molti modi. Per necessità. Per scelta. Per suggerimento. Per infortunio. Per conoscenza. Per noia. Per decrepitudine propria e di chi resta. Per provvido intervento delle istituzioni sanitarie. Noi ci siamo giunti per disperazione. Mamma era irresistibilmente chiamata da un passato lucente, amoroso, perfetto; tanto perfetto da essere introvabile. Andoma a cà. Andiamo a casa. Come resistere a queste bordate di nostalgia? Ma come dare loro un esito felice se quel passato non c’è più? Se quella casa è svanita? Andoma a cà. È vero: il nostro pensiero è libero di percorrere la freccia del tempo a suo piacimento: avanti; indietro; su; giù; accelerando; frenando; contemplando; sgommando. Andoma a cà. L’astrofisica sembra saldamente soccorrere le rimostranze di mia mamma Teresina. Perché se guardi il cielo vedi solo ciò che fu. Vedi la luna di un minuto fa. Il sole di otto minuti fa. Alpha Centauri di 4367 anni fa. Tutti dalle parti della casa che cerca.
Mamma voleva tornare su Alpha Centauri. Per questo prendeva un bello slancio e saltava per le scale. Per questo partiva leggera: una canottiera e due biscotti in una federa. Per questo capitombolava rovinosamente – se ci accorgevamo tardi del decollo. Per questo siamo venuti in ricovero, sentendoci un po’ tutti dei maledetti traditori. E qui accade quel che pare quasi un miracolo. Qui vi sono altri che vogliono tornare a patrie remote, extragalattiche, avulse dal presente. Il personale stesso non esclude l’eventualità degli arditi itinerari. E intanto prepara gli equipaggi con cura delicata, pettinando,
lavando, nutrendo. Si è passati da una costante disumana impotenza a tratti di umana possibile pace. Per questo ora mi è tollerabile tornare nella casa che fu di mamma Teresina; accendere la luce nella stanza muta; salutare gli abiti addormentati negli armadi; accarezzare il comò che protegge il corredo della giovane sposa.
GIOVANNI BONAVIA
Figlio di un ospite dell’RSA
RSA di Racconigi, Racconigi (CN)