La depressione è una grave patologia che colpisce nel mondo oltre 320 milioni di persone, causando una grande sofferenza individuale, familiare e sociale.
La depressione si esprime attraverso diversi sintomi, quali: anedonia (perdita di interesse e piacere), astenia (stanchezza fisica), apatia, disturbi del sonno e dell’appetito, difficoltà di concentrazione, disturbi fisici.
Nel loro insieme, i dati di incidenza relativi alla depressione maggiore indicano per gli anziani percentuali simili a quelle delle altre fasce di età. Inoltre, l’indicazione a porre una particolare attenzione alla depressione dell’anziano è anche dettata da una serie di ulteriori fattori. Tra questi, è soprattutto rilevante il fatto che l’avanzare dell’età favorisce l’insorgere della depressione, aumenta il rischio di inadeguata risposta alla terapia, nonché di prognosi sfavorevoli e di decorsi complicati a causa delle comorbilità mediche e psichiatriche, frequentemente associate a pesanti limitazioni personali quali la perdita di autonomia, la fragilità e la solitudine.
Nell’anziano, i fattori predisponenti alla depressione si possono suddividere in quattro categorie:
- Biologici:
- Predisposizione genetica
- Episodi depressivi nella storia clinica
- Modificazioni delle cellule nervose correlate all’invecchiamento
- Fisici:
- Malattie specifiche (ad es. ipotiroidismo, tumori)
- Condizioni cliniche croniche
- Farmaci
- Perdita o indebolimento di vista/udito
- Deficit funzionali
- Psicologici:
- Conflittualità non risolta (es: ira, senso di colpa)
- Perdita di memoria, demenza
- Disturbo di personalità
- Sociali:
- Lutto
- Isolamento e solitudine
- Perdita del lavoro
- Povertà
La presenza di comorbilità con altri disturbi mentali o con una o più patologie fisiche è comune nei pazienti affetti da depressione. Pur con alcune differenze, ciò vale per tutte le età, anziano compreso. Le principali comorbilità coinvolgono malattie cardiovascolari, sindromi metaboliche e numerose patologie dell’apparato respiratorio, mentre relativamente alle condizioni neuropsichiatriche, nell’anziano depresso hanno particolare importanza i disturbi d’ansia, le insonnie, le cefalee e i disturbi neurocognitivi.
Senza dubbio, il corretto inquadramento diagnostico della problematica rappresenta l’aspetto più difficile e complesso, in considerazione di alcuni fattori che connotano l’invecchiamento quali la comorbilità somatica e la frequente presenza di demenza. Inoltre, alcuni sintomi caratteristici, come l’astenia, la facile esauribilità fisica, i disturbi del sonno e la perdita di peso corporeo, che spesso accompagnano il processo dell’invecchiamento, possono anche essere espressione di numerose patologie somatiche che frequentemente colpiscono l’anziano.
Rispetto al resto della popolazione, i pazienti affetti da depressione, anziani o meno, conducono una vita più sedentaria e sono più inclini ad adottare schemi alimentari non salutari, noti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie metaboliche e cardiovascolari, patologie assai diffuse negli anziani e nei depressi.
Perciò, occorre prestare attenzione ai corretti stili di vita, intervenendo direttamente sull’attività fisica e sulla dieta.
Depressione e pandemia Covid-19
Inoltre, sono da considerare gli effetti, diretti e indiretti, che il COVID-19 ha sulla salute mentale delle persone, specialmente di quelle più a rischio come donne, giovani e anziani.
Sulla base dei dati ad oggi disponibili si stima che il 96% di chi ha contratto il virus sperimenta i sintomi della Sindrome post traumatica da stress (Ptsd), con pericolo concreto di deterioramento cognitivo e psichico (https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=92517). I più vulnerabili sono coloro che sono stati sottoposti a ventilazione meccanica nelle unità di terapia intensiva: fino a un paziente su due rischia di sviluppare disturbi psichici con allucinazioni, panico e ansia. Questi disturbi potrebbero persistere anche fino a 5 anni dall’infezione.
Gli anziani, invece, nell'80% dei casi possono avere come conseguenza episodi di Delirium (confusione mentale), che aumentano il rischio di Ptsd e, negli over 80, di Disturbo neurocognitivo.
Altri disturbi derivano indirettamente dalla pandemia, come effetto dell’isolamento sociale prolungato, che può influire negativamente sulla salute delle persone, in quanto ne limita le possibilità di movimento, nonché ne altera potenzialmente i ritmi del sonno e dell’alimentazione. Così, le usuali modalità di espressione e piacere vengono inibite e di conseguenza l’umore tende a peggiorare.
Coloro che vivono soli o non possono contare su una rete sociale adeguata, inoltre, sperimentano una profonda solitudine, aumentando così la probabilità che emergano sintomi depressivi.
È indispensabile consultare degli specialisti (psichiatri e psicologi) con cui definire un percorso terapeutico personalizzato e attentamente monitorato.
Uno degli aspetti più critici nella cura della depressione è l’aderenza terapeutica, in generale ma ancor di più in età geriatrica per molteplici fattori: comorbilità e politerapia con aumentato rischio di interazioni farmacologiche ed effetti collaterali, frequente concomitanza di deficit cognitivi, tendenza (tipica della persona con depressione) alla deresponsabilizzazione, solitudine e mancanza di adeguati supporti assistenziali.
Infine, la gestione dell’anziano con depressione non può prescindere dalla presenza di adeguati supporti psicologici e sociali, dalla disponibilità di una valida rete di sostegno e dal coinvolgimento dei familiari.